mercoledì 26 giugno 2013

Dai un voto al nostro PROGETTO



INVITIAMO TUTTI I TARANTINI A RECARSI PRESSO BRICOCENTER ALL'AUCAN PER VOTARE I PROGETTI PRESENTATI DA AMMAZZA CHE PIAZZA PER IL PROGETTO INSIEME PER IL QUARTIERE ! POTRETE VOTARE UN PROGETTO ONLINE A QUESTO LINK OPPURE RECARVI PRESSO IL BRICOCENTER E VOTARE TUTTI I PROGETTI PRESENTATI DA NOI.


AIUTATECI A RENDERE TARANTO SEMPRE PIU VIVIBILE GRAZIE ! ! !




                                   Ammazza che Piazza



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sabato 22 giugno 2013

CRITICAL MASS - InDemaniati in bicicletta verso i Baraccamenti Cattolica



Domenica pomeriggio avrà luogo l’Open Day indetto dal Comune
per visitare l’area demaniale in dismissione degli ex Baraccamenti Cattolica,
in via Di Palma (vicino all'Arsenale).
La dismissione dei beni demaniali rappresenta un’occasione unica per ripensare la città,
ma il rischio è che si perseveri negli errori del passato. Per questo alle 18,30
muoveremo in bicicletta dai giardini Totò De Curtis, in via Blandamura,
per arrivare ai Baraccamenti alle 19 per una critical mass di sensibilizzazione
su questo importante argomento.
COSA PROPONGONO LORO
Parcheggi a pagamento in centro
Speculazioni dei privati
Partecipazione fittizia
COSA PROPONIAMO NOI
Spazi pubblici
Centri di aggregazione
Polo culturale
Mobilità sostenibile
Miglioramento del trasporto pubblico
Parcheggi di snodo esterni al Borgo e alla città

Entro fine giugno il Comune dovrà presentare il piano di fattibilità per le aree
in fase di acquisizione, pena la restituzione delle stesse al Demanio.
Successivamente si progetterà sulla base delle destinazioni pensate.
Per questo oggi si presenta l'imperdibile occasione di ridiscutere sul
futuro di una parte della città da sempre militarizzata e della sua immagine complessiva.
Tengono ancora banco le proposte di sempre, con in testa la costruzione
di nuovi parcheggi nel Borgo cittadino, considerata come l’unica soluzione
per risollevare le sorti delle agonizzanti attività commerciali.
La mancanza di fondi, poi, costringerà all'uso dello strumento
del project financing, col pericolo di speculazioni che allontanerebbero
le aree dal loro utilizzo sociale. Una visione miope e pretestuosa.
E’ questa la soluzione per favorire la rinascita commerciale,
economica e sociale della città?
Certo che no. Il problema del commercio tarantino e dello svuotamento
 del Borgo ha radici profonde:
- la presenza di parcheggi a pagamento dai costi sproporzionati,
soprattutto nel contesto di una realtà economica come quella tarantina
- il malfunzionamento dei trasporti pubblici, che non facilita, anzi,
  scoraggia l’utilizzo dei mezzi
- politiche che hanno favorito la nascita di centri commerciali all’ingresso della città
- assenza di centri di aggregazione sociale e culturale
- assenza di politiche per la mobilità sostenibile
E’ ora di porre fine alla sinfonia stonata che ripete ossessivamente
che più auto e più parcheggi facciano il bene del commercio e del centro.
Come è stato ampiamente dimostrato fino a oggi, scelte improvvisate dettate
 dalla fretta, senza la necessaria attenzione, possono solo chiudere
momentaneamente la falla.
Le opportunità di creare nuove infrastrutture sociali, culturali e universitarie,
promuovere la mobilità sostenibile e aumentare la qualità della vita invece,
sono sicuramente un’alternativa che non possiamo lasciarci sfuggire e che
 ripopolerebbe il Borgo umbertino, rendendo più attrattiva la nostra città.
Altre realtà nazionali hanno dimostrato come l’ unione tra le nuove forme
di organizzazione economica e culturale garantiscano un progresso costante e duraturo.
E’ di fondamentale importanza che in questa nuova fase propositiva
si dia spazio a nuove e radicali idee alternative, che soddisfino il bisogno
sempre crescente di rinnovamento.
Altre Economie per Taranto
Ammazza che Piazza
ArcheoTower Occupata
Io Voglio Restare – Taranto
Link Taranto
Sinistra in Movimento
Rete ViviTaranto
The Howlers

mercoledì 5 giugno 2013

Il Mercoledì di ACP - 5 Giugno

Il Mercoledì di ACP

Perchè preferiamo l'Heineken alla Raffo

Che cosa fareste se tutto a un tratto scopriste che la tanto amata Birra Raffo, che viene comunemente denominata la birra dei Tarantini, in realtà è un marchio del gruppo Peroni controllato a sua volta dal colosso multinazionale sudafricano SABMiller plc? 
Probabilmente continuereste a berla comunque, perché le tradizioni sono radicate all’interno di noi cittadini jonici, ma inizierete a sentirvi forse un po meno tarantini mentre lo fate. 
La Raffo nasce nel 1919 da Vitantonio Raffo in una piccola fabbrica al centro di Taranto. Il sapore, l’attaccamento dei Tarantini alla propria terra e l’accessibilità del prodotto contribuiscono a stabilire il monopolio nella terra dei due mari. Nel 1961 viene acquisita da Peroni che, dopo essere diventata leader del mercato italiano birraio, nel 1987 chiude l’amata fabbrica tarantina della Raffo per spostarne l’intera produzione nella sede Peroni di Bari. 
E nel frattempo il tarantino che fa? Gli importa che questo processo di accentramento del potere stia togliendo posti di lavoro alla sua terra? Gli interessa che un’azienda lombarda abbia acquistato e poi chiuso una sua fabbrica, e abbia accresciuto la forza lavoro nel barese? 
Assolutamente no, il tutto gli scivola addosso, continua a berne sempre di più e, ubriaco di questo orgoglio per la “sua” birra, non si rende neanche conto che mentre la Peroni investe fior di soldi per far diventare la Nastro Azzurro la birra degli italiani nel mondo, sulla birra Raffo non investe neanche un soldo bucato mantenendo limitato il mercato al territorio pugliese e a qualche realtà lucana e campana. 
In questo modo non si crea neanche un effetto amplificatore della visibilità della città di Taranto entro i confini nazionali poiché l’etichetta raffigurante i due mari circola quasi solo nella sua terra. 
Se si vanno ad analizzare i dati sulla produzione delle birre del gruppo Peroni, si scoprirà che ogni anno vengono prodotti circa 160.000 hl (ettolitri) di birra Raffo contro i 600.000 hl ad esempio di Nastro Azzurro; se si pensa a quanto poco sia diffusa sul territorio nazionale, si potrà comprendere di quanto grato dovrebbe essere il gruppo Peroni alla cittadinanza tarantina. 
Questo dato mette in evidenza come la Peroni, facendo gioco forza sul fatto che ogni tarantino senta sua la birra Raffo, senza campagne pubblicitarie imponenti ma puntando su una birra che ormai di tarantino ha davvero poco, si garantisce una buona fetta di mercato e quindi di produzione.
A noi ragazzi di Ammazza che Piazza non sembra che la Peroni dia lavoro a molta gente nel capoluogo jonico, che investa soldi in questa terra per la realizzazione di luoghi o progetti significativi, ma anzi notiamo come nel corso della stagione 2011/2012 la birra Raffo non si sia neanche interessata delle sorti della squadra di calcio, di cui è stata partner in tempi più gloriosi della nostra città, in un anno difficile dal punto di vista finanziario e che ha poi portato al fallimento. È vero che ogni anno viene organizzato il Raffo Fest, ma più che qualcosa di concreto, per una città che di problemi ne ha a bizzeffe, questa manifestazione sembra essere un contentino alla cittadinanza che viene quasi del tutto finanziato attraverso la vendita di fiumi di birra, distribuiti ad un prezzo tutt’altro che popolare durante l’evento.
È per questo che abbiamo deciso di non vendere quest’oggi la birra Raffo perché tutto quello che vedete intorno lo abbiamo fatto con le nostre mani, con i nostri sforzi e autofinanziandoci, quindi sorseggiando una birra potreste pensare che la pineta Totò de Curtis è molto più made in Taranto della Raffo… ALLA SALUTE!